Secondo Mike Rian dell’Oms circa il 10% della popolazione mondiale potrebbe essere stata infettata dal virus. Se è così, su una popolazione mondiale di 7,8 miliardi di persone, i contagiati sarebbero 750 milioni. Siccome le vittime del Coronavirus, su sfera planetaria, ammonterebbero a circa un milione, la mortalità del Covid sarebbe quella di un’influenza. Parliamone.
Da oggi, nel nuovo clima apocalittico che si è scatenato, con Conte che ci consiglia, non obbliga ma solo perché non può, di mettere la mascherina anche in casa, se uno si mette a fare l’equivalenza Covid-influenza viene linciato.
Eppure i numeri, se crediamo ai giornali, dovrebbero se non altro far riflettere.
I numeri, si sa, da tempo hanno perso il loro potere oggettivo. Vengono tirati per la giacca dagli uni e dagli altri. Da chi dice che per la salute dovremmo di fatto diventare tutti poveri e in-felici, e da chi dice che bisogna andare avanti, ripartire, con-vivere con la pandemia a costo di qualche effetto collaterale.
Prove certe non ce ne sono, e dunque non lo posso dire, ma se questo virus non è stato creato e liberato in laboratorio, è comunque, sul piano degli effetti, una tempesta perfetta.
In meno di un anno le nostre vite sono cambiate per sempre, come non potevamo immaginare se non in un film distopico di fantascienza.
La Cina e i giganti della tecnologia sono sempre più ricchi. Nelle democrazie occidentali, devastate sul piano sanitario, economico e politico dalla pandemia, aumentano poveri, disoccupati, precari, suicidi, e disuguaglianze di ogni genere.
La rivoluzione digitale e quella green, ci indicano l’unica via possibile, lo sapevamo già , ma contavamo di arrivarci per gradi, non con uno strappo così violento.
Ci ha pensato il virus, ma pur uccidendo nel mondo quanto un’influenza, ha influenzato i nostri cervelli, cari homini sapiens mascherati nel tragico Carnevaler del contagio, come nessun grande fratello poteva fare.
Claudio Brachino
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